Altamura non ha una tradizione di contrade e di colori legati all’appartenenza a questo o quell’altro quartiere, ma ha uno dei centri storici più grandi e belli di tutto il meridione d’Italia. La sua forma è stata da tempo associata ad un cuore di leone, precisamente di leonessa, tanto per ricordare il titolo che la città assunse per aver lottato in nome della libertà durante la Rivoluzione partenopea nel 1799. Dal secondo anno di Federicus, per una scelta meramente artistica e di colore, il centro è stato diviso in quattro quarti e a ciascuna parte è stata attribuita una etnia (latina, greca, ebraica e saracena) legata in vario modo con Federico II. Ogni quarto ha le sue insegne, i suoi colori e i suoi simboli:
Il Quarto latino. I suoi colori sono il giallo e il rosso, la sua pianta l’alloro: si dipana nei vicoli e nelle piazze a ridosso della Cattedrale. È tutto un pullulare di accampamenti militari, locande e fucine di artigiani, banchi di commercianti, ma non manca di mostrare anche la sua “suburra” fatta di lebbrosi, prostitute e saltimbanchi; è un luogo in cui il sacro si mescola al profano e al turista sembrerà di essere dentro un borgo del 1200 con i suoi linguaggi, le sue faide, la divertente e tragica quotidianità.
Gli elementi di novità del 2022 nel quarto latino riguardano una grande locanda in piazza Matteotti che servirà per il ristoro degli avventori di quei giorni, ma sarà un teatro di rappresentazioni e scene legate al Medioevo. In piazza Duomo, un palco circolare costruito intorno alla statua centrale (debitamente coperta e protetta) sarà il luogo di performance artistiche di varie provenienze e in particolare di uno spettacolo raffigurante il maestoso serraglio di Federico.
Il Quarto greco. Caratteristiche le sue cromie bianche, gialle e azzurre, la pianta l’ulivo. Ingloba la chiesa d’origine greca di San Nicola che fu costruita da popolazioni provenienti dalla grecìa salentina e bizantine, quando Federico II, con promesse di agevolazioni e sgravi economici, convinse molte genti limitrofe a venire a popolare i nostri territori. Il greco è il quarto dei monaci che dipingono icone sacre, degli alchimisti ed erboristi che producono soluzioni medicamentose con piante officinali e intrugli segreti, è il luogo di raccolta di bambini orfanelli accuditi amorevolmente da monache generose. Nel 2022 il quarto si arricchirà della Scuola medica salernitana, che vanta le prime donne “medico”, e di cui Federico sancì l’autorità in modo ufficiale nelle Costituzione melfitane del 1231.
Il Quarto ebraico. È decorato di nero, bianco e oro con simbolo la palma: hai suoi mercati, il banco del cambio e i tintori, si avverte in esso un sottile senso di emarginazione o di separatezza. In questo quarto ci sono i resti ancora visibili della presenza degli ebrei nella città, come il claustro Giudecca. Nell’ebraico sussistono anche per questo anno il museo della tortura e le mostre delle scuole che collaborano con Federicus. Sotto il grande stendardo con il candelabro a sette bracci, verrà eretta la scuola ebraica., vero polo attrattivo di questa etnia.
Il Quarto saraceno. Una vera e propria Kasba in cui sono riconoscibili i colori rosso, verde, nero e oro. Profumi di spezie e agrumi, donne ammiccanti nella danza, soldati saraceni fedeli all’imperatore, mercanti, maghi e fachiri rappresentano il variopinto mondo mediorientale, A tutto questo si aggiungeranno un suggestivo osservatorio astronomico ed un ambiente dimostrativo di preparazione di tisane a base di erbe esotiche e del Mediterraneo.