Un filo conduttore lega i tesori archeologici
Inaugurata il 30 marzo 2017 ed aperta al pubblico dal giorno successivo, la Rete Museale dedicata all’Uomo di Altamura si appresta a diventare uno dei Musei più visitati di Puglia e Basilicata. Realtà come la Grotta di Lamalunga, il Pulo ed il Museo Archeologico, per noi altamurani sono sempre sembrate realtà sconnesse ed indipendenti, ma tutto questo sembra essere volto al termine.
Grazie ad un progetto di musealizzazione, questi tre siti sono stati messi in rete tra loro, insieme al quattrocentesco Palazzo Baldassarre, luogo di rivisitazione della scoperta dell’Uomo.
L’uomo di Altamura, scoperto il 3 ottobre del 1993 nella grotta di Lamalunga da un gruppo di speleologi del CARS (Centro Altamurano di Ricerche Speleologiche), rappresenta un autentico tesoro paleontologico. Gli ultimi studi evidenziano che si tratterebbe del più antico dato paleontologico per i Neanderthal. Il 26 aprile del 2016, erano state presentate, in anteprima mondiale, le immagini del volto dell’Uomo, la cui ricostruzione in scala reale è stata realizzata dai paleo-artisti olandesi Adrie e Alfons Kennis, ed è oggi conservata proprio presso il Museo altamurano, nell’area a lui dedicata.
Tra i dieci musei pugliesi più visitati del 2017, compare proprio il Museo Nazionale Archeologico di Altamura, in ottava posizione, seguito poi dal Museo Jatta di Ruvo di Puglia.
A fare da capofila il monumento federiciano per eccellenza: Castel del Monte, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1996.
di Ilaria Morgese